Oltre l’esotismo: due sguardi sulla spiritualità. Le opere di Pierre Loti e il documentario “Verso Benares”
Introduzione
Nel mondo della letteratura e del cinema, il fascino mistico di culture lontane è stato un tema ricorrente. L’autore francese Pierre Loti e i registi italiani G. Vignali e G. Prata rappresentano due diverse espressioni di questa fascinazione. Sebbene Loti non abbia mai scritto romanzi ambientati in India, la sua prosa descrittiva e il suo stile romantico hanno plasmato la percezione occidentale dell’esotismo. Questo articolo si propone di mettere in confronto l’approccio letterario di Loti con la prospettiva visiva e documentaristica del film “Verso Benares” (1961), dimostrando come entrambi, pur con mezzi e soggetti diversi, esplorino la ricerca di significato in luoghi considerati “altri”.
“Verso Benares”: Il documentario come viaggio spirituale
Il film “Verso Benares” non è un dramma di finzione, ma un poetico documentario del 2022.3 Non racconta la storia di un singolo protagonista, ma cattura l’essenza autentica di Varanasi, la sua spiritualità e la sua vita quotidiana.4 Vignali e Prata utilizzano la cinepresa per documentare i ghat, i pellegrini e gli asceti, esplorando il concetto di moksha (liberazione) in modo non narrativo.5 Il film è una testimonianza dell’interesse occidentale per l’Oriente come luogo di ricerca interiore, un’opera che ha offerto al pubblico un ritratto viscerale e diretto di una cultura profondamente diversa.
L’esotismo letterario di Pierre Loti: un confronto concettuale
Le opere di Pierre Loti, come Madame Chrysanthème
(ambientato in Giappone) o Aziyadé
(ambientato in Turchia), sono intrise di descrizioni evocative e di una profonda malinconia. Il suo stile letterario, sebbene non riguardi l’India, offre un parallelo concettuale con “Verso Benares”. Loti romanticizza le culture straniere, le descrive con un’attenzione quasi fotografica ai dettagli sensoriali, ma le osserva sempre da una distanza emotiva. Questa “distanza” letteraria di Loti è paragonabile alla prospettiva estetica dei registi italiani, che, pur celebrando la spiritualità di Varanasi, lo fanno attraverso lo sguardo di osservatori esterni.
Due sguardi, una fascinazione comune
Il confronto tra il cinema di “Verso Benares” e la letteratura di Pierre Loti dimostra come la fascinazione per l’esotico non si limiti a un luogo specifico, ma sia un tratto ricorrente dell’arte occidentale.6 Vignali e Prata utilizzano la macchina da presa per un’esplorazione documentaristica della realtà, mentre Loti si affida alla penna per costruire mondi romantici e immaginari. Entrambi, tuttavia, offrono al pubblico un’esperienza di viaggio che va oltre la semplice destinazione geografica, invitando alla riflessione sul ruolo della spiritualità, della cultura e dell’identità. In questo senso, sia il documentario italiano che le opere di Loti sono un’eredità artistica che continua a esplorare il profondo e duraturo richiamo dell’Oriente