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**Titolo: « I Riti di Varanasi nella Letteratura Europea »**

**Testo:**

Le acque del Gange, sacre e impetuose, accolgono i riti di Varanasi come un abbraccio eterno. Pierre Loti, nel suo *L’Inde (sans les Anglais)*, descrive questa danza tra vita e morte con una sensibilità unica: * »Le cadaveri galleggiano, portati via dalla corrente, mentre i sacerdoti cantano mantra antichi. È un addio che non è mai davvero un addio, perché qui, tutto rinasce. »*

In questa città santa, dove il tempo sembra fermarsi, i pellegrini si purificano, i funerali si trasformano in celebrazioni, e il fuoco dei *ghat* brucia senza sosta. Loti, con la sua prosa evocativa, ci fa entrare in un mondo dove la spiritualità è palpabile, dove ogni gesto è un rituale, ogni ombra un simbolo.

Come scriveva il poeta indiano Rabindranath Tagore: * »La morte non è la fine, ma un passaggio »*, e Varanasi ne è la prova vivente. Qui, tra i vicoli stretti e i templi dorati, la letteratura europea ha trovato ispirazione, trasformando l’eterno in parole.

E così, mentre il sole tramonta sul Gange, le pagine di Loti e di altri autori diventano un ponte tra Oriente e Occidente, tra i riti millenari e l’eterna ricerca dell’assoluto.
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