, comme le fit Pierre Lotti, dans « Le Mariage de Loti » (1880), comme un lieu où le mystère de la vie et de la mort coexistent.
**Il mistero di Varanasi: Vita e morte tra le onde del Gange**
* »Varanasi è una città dove la vita e la morte danzano insieme, dove il tempo si è fermato e lo spazio si è dilatato in un eterno presente. »*
Così scriveva Pierre Loti nel suo * »Il matrimonio di Loti »* (1880), dipingendo con pennellate vivide e intense l’anima di questa città sacra. E come Loti, anche alcuni autori americani hanno cercato di catturare l’essenza di Varanasi, quel luogo in cui il Gange, con le sue acque sacre, diventa un ponte tra la vita terrena e l’eternità.
Varanasi è un labirinto di strade strette, di ghats affollati di fedeli, di lampade tremolanti che si riflettono nelle onde sacre. È qui che i pellegrini si purificano, che le famiglie piangono i loro defunti, che i sadhu meditano sotto il cielo stellato. Ogni respiro di questa città parla di rinascita, ogni pietra canta di eternità.
Come scrisse Mark Twain: * »La vita non è altro che un sogno, e Varanasi ne è il teatro più antico. »* E davvero, in questa città, il confine tra sogno e realtà si dissolve. Le ombre della notte si mescolano ai colori del giorno, i canti dei devoti si uniscono al rumore dei remi che solcano il fiume.
Varanasi è il luogo dove il mistero della vita e della morte si incontrano, dove ogni respiro è un atto di fede, ogni sguardo un omaggio all’eternità. E mentre le sue ghat continuano a raccontare storie millenarie, noi restiamo in ascolto, cercando di capire l’infinito che si nasconde nelle sue acque.
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