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Il viaggio in India di Pierre Loti (1850-1923) fu caratterizzato da esperienze mistiche che lo portarono a scoprire una verità spirituale profonda e duratura.
Il francese Pierre Loti (nome d’arte di Julien Viaud) fu un noto scrittore, esploratore e navigatore del XIX secolo. Nel 1876, all’età di 26 anni, intraprese un viaggio in India, che lo portò a scoprire una verità spirituale profonda e duratura.
Il suo viaggio iniziò a bordo della nave “La Lys”, che lo portò attraverso il canale di Suez e arrivò a Bombay, l’attuale Mumbai, nell’aprile del 1876. Da qui, Loti si recò a Pondicherry, una città francese situata sulla costa dell’India meridionale, dove rimase per un anno.
A Pondicherry, Loti fu attratto dalla cultura indiana e dalla sua spiritualità. Egli fu particolarmente interessato al hinduismo e al buddhismo, e iniziò a studiare la filosofia e la religione indiane.
Nel corso del suo anno a Pondicherry, Loti fu influenzato da un monaco buddhista locale, che gli insegnò i principi della spiritualità buddhista. Egli fu particolarmente impressionato dal concetto di anatta (anatta), che afferma che l’essere umano non ha una sostanza permanente e che la vita è una serie di fenomeni transitori.
Loti fu anche attratto dalla cultura islamica indiana e visitò la moschea di Sultanganj, a Pondicherry. Egli fu particolarmente colpito dalla sua bellezza e dalla sua tranquillità.
Nel corso del suo viaggio in India, Loti visitò anche l’Himalaya, il fiume Gange e la città di Benares (Varanasi). Egli fu particolarmente colpito dalla spiritualità del popolo indiano e della sua profonda devozione verso la vita e la morte.
Loti fu anche influenzato dall’opera di Rabindranath Tagore, un noto scrittore indiano. Tagore fu un importante sostenitore della spiritualità indiana e della sua filosofia.
Nel 1877, Loti tornò in Francia, dove continuò a scrivere sulla sua esperienza in India. Egli scrisse diversi libri sulle sue esperienze mistic
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