Il viaggio verso Benares, la città sacra dell’India, ha rappresentato per secoli una meta spirituale e culturale per tutti coloro che hanno cercato di comprendere il profondo significato della civiltà indiana. Il Gange, fiume sacro che attraversa il cuore del subcontinente, è da sempre simbolo di purezza, rinascita e spiritualità, mentre Benares – oggi nota come Varanasi – è descritta come la “città dei morti”, dove le anime dei defunti si fondono nelle sue acque cariche di sacro.

Questa città straordinaria è stata narrata da numerosi scrittori europei, tra cui Pierre Loti, autore del libro L’India (senza gli Inglesi), pubblicato nel 1903. In questo volume, Loti racconta il suo viaggio in India, dalle prime impressioni a Calcutta fino all’arrivo a Benares, descrivendo con sensibilità e intensità emotiva il mondo spirituale che incontra.

Il testo di Loti è emblematico di come l’India abbia profondamente influenzato la visione del mondo occidentale, soprattutto in ambito letterario. Il suo approccio non è quello di un colonizzatore, bensì di un osservatore incantato e rispettoso, che cerca di penetrare i misteri di una civiltà antica e complessa. Il viaggio diventa, per lui, un processo di trasformazione interiore: l’immersione nei riti, nei colori, nei suoni e nei silenzi dell’India lo conduce a una riflessione profonda sulla vita, la morte e l’anima.

Benares, in questo senso, non è soltanto una destinazione geografica, ma una tappa simbolica nel cammino della conoscenza di sé. Loti utilizza l’India come uno specchio attraverso cui leggere se stesso e il mondo da cui proviene. Il contrasto tra l’Oriente spirituale e l’Occidente industrializzato fa emergere interrogativi sull’identità, sulla fede e sul senso ultimo dell’esistenza.

Il viaggio verso Benares rappresenta da sempre un simbolo potente della spiritualità e della profondità culturale indiana. Nell’opera di Pierre Loti, L’India (senza gli Inglesi), questo viaggio si trasforma in un’esperienza letteraria e filosofica, capace di rivelare quanto l’incontro con l’Altro possa generare trasformazione interiore. L’India, in queste pagine, non è solo “lontano geografico”, ma specchio e riflesso di un’Europa in crisi, in cerca di senso e di spiritualità. Loti, come altri scrittori europei del suo tempo, trova nell’India una via per interrogare la propria identità e avvicinarsi a un’altra concezione del mondo.