In questo articolo, si esplorerà la città sacra di Benares, in India, e la sua stretta connessione con la morte e la spiritualità indiana. La città, nota anche come Varanasi, è stata descritta da molti come il cuore della civiltà indiana antica e contemporanea. L’autore francese Pierre Loti, nel suo viaggio in India, ha descritto Benares come “il più antico e il più sacro dei luoghi di pellegrinaggio hindu”.
Benares è un centro di spiritualità hindu, buddhista e jainista, famoso per la sua tradizione di cremazione. La città è situata sulla riva occidentale del fiume Gange, che è considerata sacra nella mitologia hindu. La Gange è considerata la dea madre e il suo flusso è ritenuto purificatore. Il viaggio a Benares è considerato un’esperienza spirituale che può portare la libertà dalla circolazione della morte e del karma.
La cremazione è una pratica comune in India, e Benares è considerata il luogo più sacro per essa. I corpi dei morti vengono portati sulle ghats (le scale che conducono al fiume) e cremati in presenza di numerosi pellegrini e sacerdoti. La cremazione è considerata un rito purificatore che libera l’anima del defunto dalla circolazione della morte e del karma.
La spiritualità indiana si basa sulla credenza che l’anima dell’uomo sia immortale e che la morte è solo la trasformazione di un corpo fisico. La cremazione è vista come una forma di liberazione dell’anima, che può quindi raggiungere il suo stato di purezza e riunirsi con la divinità.
Il viaggio a Benares è un’esperienza spirituale che coinvolge la vita e la morte. I pellegrini che visitano la città sono attratti dalla sua spiritualità e dalla sua tradizione. La città è anche un centro di insegnamento, dove i sacerdoti insegnano la dottrina hindu e il modo di raggiungere la liberazione.
La morte è un tema centrale nella spiritualità indiana, e Benares è considerata il luogo più sacro per la cremazione. Il viaggio a Benares è un rito purificatore che può portare la libertà dalla circolazione della morte e del karma. La spiritualità indiana si basa sulla credenza che l’anima dell’uomo sia immortale e che la morte è solo la trasformazione di un corpo fisico.
Il viaggio a Benares è un’esperienza spirituale che coinvolge la vita e la morte, poiché in questa città millenaria il confine tra i due mondi appare sottile, quasi impercettibile. Ogni vicolo, ogni scalino dei ghat che scendono verso il Gange, sembra raccontare una storia di rinascita e di abbandono. Le fiamme delle pire funerarie bruciano giorno e notte a Manikarnika Ghat, mentre poco distante, pellegrini e asceti si immergono nelle acque sacre per purificarsi dai peccati.
Qui la morte non è vissuta come fine, ma come passaggio, come liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. L’atmosfera che avvolge la città è insieme solenne e vibrante: il profumo dell’incenso si mescola al fumo delle cremazioni, ai canti dei sacerdoti, ai suoni delle campane e al mormorio incessante del fiume. Ogni cosa sembra parte di un unico, grande rito cosmico.
Per chi arriva a Benares da lontano, l’impatto è profondo: è un viaggio dentro sé stessi, una discesa negli abissi dell’anima e una risalita verso una nuova comprensione dell’esistenza. Qui, il tempo sembra sospeso. I gesti quotidiani – il lavaggio dei panni, le offerte di fiori, le meditazioni silenziose – diventano atti sacri, piccoli frammenti di eternità che si ripetono ogni giorno da secoli.
È a Benares che si impara a guardare la morte non con paura, ma con rispetto e accettazione. È qui che la vita, nella sua forma più pura, si rivela come un ciclo senza inizio né fine, dove ogni anima è in cammino verso la luce. Tutto questo emerge nel movie Benares.