**L’India spirituale tra le righe dei poeti tedeschi**

L’India, terra di mistici e di sogni, è stata spesso evocata dalla penna di autori tedeschi come un luogo di trascendenza, dove lo spirito si dissolve nella vastità dell’infinito. Goethe, nel suo *Divan occidentale-orientale*, scrive: *«L’India è il sogno che la terra fa quando è sveglia»*, e in queste parole risuona l’eco di un Oriente che non è solo geografia, ma metafora dell’anima.

Pierre Loti, nel suo *L’India (sans les Anglais)*, ci conduce in un viaggio attraverso i templi e i sentieri spirituali dell’India, dove il sacro si mescola al quotidiano. Come scrive Loti: *«L’India è un grande sogno che si svolge sotto il sole»*, un sogno in cui i colori, gli odori e le voci si fondono in una sinfonia mistica.

Gli autori tedeschi, da Hermann Hesse a Friedrich Schiller, hanno cercato nell’India una risposta alle domande dell’esistenza, trasformando la sua spiritualità in poesia. E forse, come suggerisce Hesse in *Siddhartha*, la vera saggezza non risiede nelle parole, ma nel silenzio profondo che avvolge i ghat del Gange, dove il fiume diventa specchio dell’eternità.
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